Mostra del cinema di Venezia, Favino punge Salvini: “Film non manipolabile”

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Pierfrancesco Favino, il protagonista del film italiano più atteso alla 77esima edizione della Mostra del cinema di Venezia, è pungente sulla presenza di Matteo Salvini all’evento

Non le ha di certo mandate a dire Pierfrancesco Favino. L’attore pluripremiato e di fama internazionale ha espresso schiettamente il suo pensiero: Salvini non è stato invitato. Oggi infatti avverrà la presentazione di uno dei film più attesi alla Mostra del Cinema di Venezia (edizione 77): Padre Nostro di Claudio Noce. Pierfrancesco Favino, attore protagonista della pellicola, ha commentato la presenza del leader della Lega, Matteo Salvini, all’evento. E lo ha fatto in maniera piuttosto schietta. D’altronde i fan lo osannano anche per questa sua qualità, oltre che per la sua bravura da interprete. La proiezione del film avverrà stasera. Da subito è impazzata la notizia che sarà presente anche il capo della Lega.

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Mostra del cinema di Venezia, Favino: “Non lo abbiamo invitato”

Mostra del cinema Venezia
Film Padre Nostro (Foto dal web)

Pierfrancesco Favino, in occasione della presentazione del film Padre Nostro alla 77esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, ha commentato anche la chiacchierata partecipazione di Matteo Salvini all’evento. “Non l’abbiamo invitato, credo che ciascuno sia libero di andare alle proiezioni. Conoscendo la sua capacità di saperci essere in un momento importante, mi fa piacere. Non credo che ci incontreremo”. Ma l’attore ha poi proseguito. “Se devo ragionare in termini di manipolazione, non credo che questo sia un film che dia questa possibilità, non è manipolabile”.

L’attore romano ha infatti precisato che “Non è un film pro poliziotti o pro Nap (Nuclei armati proletari). Il film è sui bambini, sui figli… perciò spero che il suo non sia un viaggio a vuoto”. Il film, che si preannuncia grandissimo successo di sala, racconta una storia in parte autobiografica per il regista. Infatti è ispirato all’attentato subito da suo padre, il vicequestore Alfonso Noce, e dei tanto già raccontati Anni di piombo. Il punto di vista è però del tutto nuovo: non è quello dei servitori dello Stato o dei terroristi, ma dei loro figli. “Abbiamo cercato di dare un significato, di dare un nome a quella paura di due giovani uomini che, ognuno dalla sua parte, stanno cercando un significato nella figura del padre” ha commentato il regista Claudio Noce. “Mi è capitato nella vita -ha proseguito il cineasta- di ascoltare il respiro dall’altra parte; avendo amici ho capito che c’era un’assonanza e che anche loro, come noi, hanno subito un abuso”.

In attesa della proiezione e dell’esito del concorso della Mostra del cinema di Venezia 2020, una domanda a margine sorge scontata. Ma non è che qualcuno si è imbucato?

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