Reddito di cittadinanza, cosa è cambiato
Rispetto a gennaio, i percettori del Reddito di cittadinanza sono aumentati, si registrerebbe infatti un +23% rispetto allo scorso gennaio. Un picco di richieste sopraggiunte – come è prevedibile – durante il lockdown che ha costretto tutti a rimanere a casa, salvo chi si arrangiava con lo smart working o chi operava nel settore dei servizi essenziali. L’aumento quindi che sarebbe complessivamente pari ad un 25,8%, solo il 16% di queste nuove richieste sono state presentate dopo marzo. In questi mesi si assiste anche ad una presenza maggiore di pratiche ISEE, sempre più infatti le persone si rivolgono ai Patronati o Caf per poter beneficiare del bonus vacanze ed altre forme di sostegno erogate dallo Stato. In particolare nella prima metà di agosto, i Caf hanno inviato il 70% di pratiche ISEE in più rispetto ad agosto 2019.
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Reddito di cittadinanza e reddito di emergenza, cosa cambia

Lo stesso trend di crescita si è avuto per le richieste del reddito di emergenza, l’assegno istituto con il Dl Rilancio, un aiuto valido solo per due mesi. 599mila le richieste pervenute all’Inps, ma i dati non sono definitivi visto che la procedura per poter usufruire di tale aiuto resterà aperta fino al 15 ottobre. Secondo quanto dichiarato da Roberto Rossini, portavoce dell’Alleanza contro la povertà: «Nei prossimi mesi sarà necessario rafforzare le misure di sostegno al reddito e prevedere alcuni correttivi al reddito di cittadinanza per affrontare le drammatiche conseguenze sociali provocate dalla crisi sanitaria, soprattutto intervenendo sulla scala di equivalenza e sui vincoli anagrafici».
Secondo una ricerca INPS è possibile anche scorgere quali sono le zone che chiedono principalmente gli aiuti: Campania e Sicilia le regioni con più richieste. La città con il maggior numero di percettori resta Napoli, seguono Palermo e Roma.
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