Navalny è uscito dal coma. I medici: “Ancora presto per pronunciarsi”

Navalny uscito dal coma

Arriva l’annuncio dall’ospedale Charité di Berlino. L’oppositore russo di Putin è uscito dal coma farmacologico ed è reattivo. I medici: non escluse ancora conseguenze dall’avvelenamento

L’annuncio arriva dall’ospedale Charité di Berlino, in cui Alexei Navalny, segretario del Partito democratico del progresso e primo oppositore del presidente russo Vladimir Putin, è ricoverato dal 22 agosto a causa di quello che è stato poi accertato come un caso di avvelenamento.

Il 20 agosto la figura chiave dell’opposizione extraparlamentare russa Alexei Navalny ha avuto un malore durante un volo mentre si dirigeva a Mosca. La settimana scorsa il governo tedesco ha reso pubblici i risultati dell’esame tossicologico: nel corpo del leader dell’opposizione russa sono state ritrovate tracce di un agente nervino del gruppo “Novichok”, sviluppato dalla Russia tra gli anni Ottanta e Novanta e già usato in passato contro altri oppositori del presidente Vladimir Putin.

La clinica ha rilasciato un comunicato sulle condizioni di Navalny fornendo notizie rassicuranti sul suo stato di salute. È uscito dal coma e riesce a respirare senza l’ausilio di ventilatori, sta inoltre rispondendo a stimoli verbali. L’ospedale aggiunge però che “è ancora troppo presto per valutare i potenziali effetti a lungo termine del suo grave avvelenamento.

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A rischio il destino del gasdotto russo-tedesco Nord Stream 2

Angela Merkel e Vladimir Putin
Angela Merkel e Vladimir Putin (foto dal web)

La comunità internazionale ha puntato il dito contro Mosca per l’avvelenamento di Navalny, chiedendo con forza che la Russia faccia chiarezza e trovi i responsabili. La vicenda Navalny potrebbe incrinare i rapporti tra Germania e Russia, oltre che alcuni accordi, tra cui il progetto “Nord Stream 2”, il futuro gasdotto russo-tedesco in costruzione sotto il mar Baltico.

Il progetto è costato quasi 10 miliardi di euro – in parte investiti dalle due compagnie tedesche Uniper e Wintershall. “Mosca non ci costringa a bloccare il Nord Stream”, ha già avvertito il ministro degli esteri tedesco Heiko Maas, chiarendo che il progetto coinvolge più di 100 aziende in 12 paesi europei, di cui circa la metà in Germania.

La cancelliera Angela Merkel nelle scorse settimane si era espressa cercando di tenere le due questioni separate per evitare lo stop ma stretta tra l’opposizione interna e la comunità internazionale, oggi ha affermato per bocca del suo portavoce Steffen Seibert, di non escludere nessuna ipotesi. La risposta della Russia intanto non cambia. Il Cremlino ritiene assurde le accuse mosse dalla comunità internazionale. Putin si è chiamato fuori dal caso e non ha ammesso alcuna responsabilità.

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