Migranti: scoperta organizzazione che trafficava vite umane

Migranti in centri detenzione Libia

Scoperta organizzazione dedita al traffico di esseri umani. Migranti pagavano per essere liberati dai centri di detenzione in Libia e proseguire il viaggio verso L’Europa

Si è conclusa questa mattina all’alba una lunga operazione effettuata dalla Squadra mobile di Palermo, coordinata da Francesco Lo Voi, Procuratore di Palermo che ha permesso la scoperta di un’organizzazione dedita al traffico di esseri umani, sono stati effettuati 14 arresti, l’associazione a delinquere operava in diverse aree dall’Africa all’Europa e i reati commessi vanno da delitti contro la persona al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina tramite abuso di attività di intermediazione finanziaria, per i pagamenti infatti veniva usato il sistema di trasferimento “Hawala”.

Sono già state sequestrate alcune cospicue somme di denaro provenienti dall’attività criminale dell’organizzazione, ma 4 indagati ricercati risultano ancora latitanti, inoltre è ancora da stabilire il coinvolgimento di altri soggetti ancora non identificati.

Dall’operazione è inoltre emersa la drammatica condizione di vita degli immigrati nei centri di detenzione in Libia, le cosiddette “safe houses” dei veri e propri campi di concentramento dove avvengono numerose violenze, torture fisiche e psicologiche che costringono i migranti sotto minaccia ad elargire ingenti somme di denaro, prestate da familiari ed amici, pur di essere liberati e proseguire il loro viaggio verso mete più sicure in Europa. I pagamenti venivano effettuati con un metodo non tracciabile e poco trasparente  quindi poco soggetto a controlli, le somme talvolta venivano concordate e ricevute già prima della partenza dei cittadini dai paesi dell’Africa centrale verso la Libia.

L’inchiesta era già partita tra il 2003 e il 2017  con l’operazione denominata “Glauco III” che aveva già permesso di identificare l’associazione a delinquere e di emettere un mandato per Ghermay Ermias, l’uomo di origine Etiope ancora latitante si trova attualmente forse all’estero ma era già stato riconosciuto come personaggio a capo dell’organizzazione. Nell’operazione precedente erano stati resi noti altri tre nomi di soggetti tutt’ora latitanti sui quali già pesavano pesanti condanne.

Successivamente attraverso la collaborazione anche di altri paesi europei si è potuto scoprire che la presenza di diverse cellule sparse in diversi stati permetteva ai migranti tramite ulteriore pagamento non solo la fuga dai lager in Libia, ma prometteva loro una volta arrivati in Sicilia di fuggire dai centri di accoglienza ed avere documenti falsi per arrivare nei paesi del nord Europa, principalmente Germania, Belgio, Olanda e Danimarca ma arrivavano addirittura, a seconda della somma sborsata a promettere di farli arrivare negli Stati Uniti, ovviamente i viaggi avvenivano tutti con modalità poco sicure, durante i quali perdono continuamente la vita numerose persone a causa delle condizioni disumane e precarie che sono costrette a subire.

L’organizzazione aveva sede in territorio italiano ed operava tra Milano ed il Nord Est ed a capo della cellula di Udine è stato identificato l’altro criminale latitante Tekliyes Solomon.

Nel testo dell’inchiesta nell’ambito dell’operazione conclusa questa mattina è inoltre stato reso noto che alla stessa associazione criminale sarebbero riconducibili gli sbarchi avvenuti in seguito al salvataggio in mare delle seguenti operazioni S.A.R. tra il 2017 e il 2018: “Lo sbarco del 14/07/2017 di 1422 migranti presso il porto di Catania; lo sbarco del 27/11/2017 di 416 migranti giunti a bordo della nave Acquarius presso il porto di Catania; lo sbarco del 16/12/2017 di 407 migranti presso il porto di Augusta; lo sbarco del 16/08/2018 di 190 migranti giunti a bordo della nave della Marina Militare “U. Diciotti” presso il porto di Lampedusa.

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