Le parole del difensore della famiglia Ciontoli nel processo per la morte di Marco Vannini
Nel penultimo giorno del processo bis per la morte di Marco Vannini, si è dato spazio alla difesa della famiglia Ciontoli. L’avvocato Andrea Miroli ha provato a respingere l’accusa di omicidio volontario che potrebbe costare 14 anni ad Antonio Ciontoli e 9 anni al resto della famiglia per lo stesso reato. Il difensore chiede lo sconto ritornando ai 5 anni di pena di reclusione. Per l’avvocato l’omicidio è solo colposo, anche se ammette l’aggravante della colpa cosciente per Antonio. E contesta ampiamente la richiesta dell’accusa di condannare anche il resto della famiglia in quanto dichiara: “un abominio giuridico condannare tutta la famiglia per omicidio volontario“. Un “abominio” che secondo la difesa sarebbe ora solo spinto dall’enorme influenza che i media hanno avuto nei confronti dell’opinione pubblica con sete di vendetta, dopo la spettacolarizzazione di tutta la vicenda processuale.
Il giorno della sentenza definitiva è vicino e come si è già appreso dagli scorsi aggiornamenti, già mercoledì scorso il sostituto procuratore aveva chiesto la condanna a 14 anni, in quanto tutti i testimoni sono risultati poco credibili. Difficile ora credere che le parole dell’avvocato dei Ciontoli possano fare la differenza sul ripensamento della corte in merito alle responsabilità oggettive sulla morte di Marco.
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La difesa dei Ciontoli sulla morte di Marco Vannini
L’arringa dell’avvocato Miroli questa mattina ha puntato tutto sulla non prevedibilità della morte di Marco. Le affermazioni della difesa tentano di cambiare quella che sembra ormai una sentenza già scritta nonostante manchi ancora un solo giorno di processo la prossima settimana.
Il difensore ha ribadito che non è giusto condannare Antonio Ciontoli per omicidio volontario, perchè sia l’uomo che gli altri membri della famiglia presenti quella sera, non potevano assolutamente pensare che la situazione sarebbe stata così grave. Secondo Miroli infatti tutti avrebbero creduto in buona fede ad una ferita al braccio e non ad un colpo di pistola sparato che stava invece provocando un’emorragia interna molto grave. Inoltre nel discorso difensivo l’avvocato ha cercato di fare leva sul fatto che Ciontoli non avesse nessun interesse a non salvare Marco dalla morte perchè questo avrebbe comunque causato problemi al suo posto di lavoro. Non avrebbe mentito al 118 sottovalutando il problema per mantenere la sua immagine e cercare di nascondere la verità, lo avrebbe fatto esclusivamente perchè in quel momento nulla faceva pensare alla gravità delle lesioni interne. Infine conclude rivolgendosi al Pm che già la scorsa settimana aveva chiesto la condanna per omicidio volontario, accusando il fatto che la sentenza sembrerebbe già scritta. Essendo il caso di grande rilevanza mediatica, servirebbe qualcosa che “accontenti” il pubblico. I genitori di Marco però continuano a chiedere esclusivamente giustizia, e accertamento delle reali responsabilià nella dinamica dell’omicidio, così da poter vivere serenamente il lutto per la perdita del figlio. La conclusione del processo per il quale è finalmente attesa una sentenza definitiva è fissata per il prossimo 30 settembre.
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