Devo ammettere la mia ignoranza, sapevo poco del Maggio Francese. E ho rimediato, leggendo qualcosa in proposito ma ho ancora da imparare. Mi piace molto lo slogan di quei moti rivoluzionari: “Il est interdit d’interdire” (Vietato vietare).
Come sempre, preferisco imparare anche e soprattutto a suon di musica e ora la canzone “Papá cuéntame otra vez” di Ismael Serrano mi fa piangere ogni volta che l’ascolto. Sotto c’è il testo per chi non la conoscesse.
Penso che, come diceva Serrano “Oggi muoiono in Bosnia, quelli che morivano in Vietnam”, muoiano ancora in guerra troppe persone tra cui molti bambini. Le ingiustizie che ancora si perpetuano nel modernissimo 2020 sono orribili.
Penso alle donne maltrattate dai loro aguzzini nelle proprie case, ai piccoli abusati dagli orchi che non sono quelli delle loro favole. Penso a chi muore ancora oggi per il colore della pelle, per il proprio orientamento sessuale e ancora per la propria idea, sbagliata o giusta che sia (nei limiti dell’umano ovviamente), non sta a noi dirlo.
Penso che anche il peggior assassino non possa essere giudicato da un altro uomo e morire per mano di un giudice. E allora quanto ci sarebbe ancora bisogno di quel Maggio francese e della Rivoluzione? Di persone impegnate anche solo contro chi vive con i paraocchi e segue le mode del momento. Un giorno vuole essere il più figo, un altro il più solidale e il giorno dopo ancora il più impegnato o invidiato.
E allora davanti a tutte le guerre, violenze, abusi, perché ci lamentiamo in questi giorni solo perché non possiamo uscire di casa? In fondo siamo solo annoiati ma ci stanno chiedendo soltanto di rimanere con pigiama o tuta o vestito da sera nella nostra casa, piccola o grande che sia. Che ci costa?
Il Coronavirus passerà e intanto quest’emergenza sanitaria non ha bloccato i conflitti armati: continuano a morire in guerra in Siria e Libia, ad esempio. Noi ci preoccupiamo di non poter andare al bar con gli amici e tante persone hanno problemi ben più gravi, devono capire come non morire da un momento all’altro sotto le bombe.
E allora, maledizione, pensiamo a loro quando ci lamentiamo e abbiamo la decenza di tacere e stare a casa. E una volta che potremmo uscire pensiamo per un momento a quello che stiamo guadagnando, a quello che abbiamo, senza inutili piagnistei, se non c’è bisogno di farli.
Testo e video di Papá cuéntame otra vez
Papá cuéntame otra vez ese cuento tan bonito
De gendarmes y fascistas, y estudiantes con flequillo
Y dulce guerrilla urbana en pantalones de campana
Y canciones de los Rolling, y niñas en minifalda
Papá cuéntame otra vez todo lo que os divertisteis
Estropeando la vejez a oxidados dictadores
Y cómo cantaste Al Vent y ocupasteis la Sorbona
En aquel mayo francés en los días de vino y rosas
Papá cuéntame otra vez esa historia tan bonita
De aquel guerrillero loco que mataron en Bolivia
Y cuyo fusil ya nadie se atrevió a tomar de nuevo
Y como desde aquel día todo parece más feo
Papá cuéntame otra vez que tras tanta barricada
Y tras tanto puño en alto y tanta sangre derramada
Al final de la partida no pudisteis hacer nada
Y bajo los adoquines no había arena de playa
Fue muy dura la derrota, todo lo que se soñaba
Se pudrió en los rincones, se cubrió de telarañas
Y ya nadie canta Al Vent, ya no hay locos ya no hay parias
Pero tiene que llover aún sigue sucia la plaza
Queda lejos aquel mayo, queda lejos Saint Denis
Que lejos queda Jean Paul Sartre, muy lejos aquel París
Sin embargo a veces pienso que al final todo dio igual
Las ostias siguen cayendo sobre quien habla de más
Y siguen los mismos muertos podridos de crueldad
Ahora mueren en Bosnia los que morían en Vietnam
Ahora mueren en Bosnia los que morían en Vietnam
Ahora mueren en Bosnia los que morían en Vietnam