Don Luigi Ciotti è un uomo che ha fatto della strada la sua parrocchia. Fondatore del gruppo Abele e di Libera, l’associazione contro le mafie. Ricordando un incontro avvenuto a Madrid nell’aprile del 2019 quando Don Luigi Ciotti partecipò a un evento che lo vide protagonista insieme al suo libro “Lettera a un razzista del terzo millennio”.
A proposito del suo ultimo libro “Lettera a un razzista del terzo millennio”, secondo Don Luigi Ciotti: cosa bisognerebbe fare per “guarire” molti italiani dal razzismo?
“Il razzismo non è un atto di folklore come qualcuno dice ma è una realtà concreta che si sta allargando e stanno crescendo forme di odio e pregiudizi, che partono dalla paura che viene alimentata. In un Paese come l’Italia dove la paura economica è un dato di fatto. Crescono le povertà, sia quella assoluta che quella relativa. C’è una paura del cambiamento: non ci sono delle prospettive, certezze, tutto è instabile. E c’è la paura della solitudine che è molto diffusa”.
“C’è molta fatica e disorientamento. Ma c’è anche la paura del diverso, dell’altro, dello straniero. E tutto questo viene fortemente alimentato. E allora io ho sentito il dover di cercare di fare dei ragionamenti molto rispettosi e documentati, anche perché con gli slogan non si può ragionare. Siccome molti che vivono di slogan e semplificazioni, alimentano esattamente questo ‘pericolo’ di queste ondate di migranti.
“Mi è sembrato carino poter parlare di queste semplificazioni, smontandole. Faccio un esempio: se mi dicono che l’Italia è invasa di migranti, che è il primo Paese in Europa per numero di migranti, io ti devo dimostrare che non è esattamente così. Se mi dicono che l’immigrazione è il primo male in Italia, io gli dimostro che non è così. Ma se si crea manipolazione del nostro Paese. Quindi è un atto di verità consegnare a un riflessione seria e attenta e rispettosa sul tema delle migrazioni, dicendo che il vero problema non sono i migranti ma sono le mafie e la corruzione”.
Don Luigi Ciotti sulle nuove migrazioni

Oggi a Madrid incontrerà tanti italiani che ci vivono… Don Luigi Ciotti: cosa pensa delle nuove migrazioni dei giovani italiani all’estero?
“Molti giovani italiani sono all’estero. Giovani con le loro passioni, intelligenza, sogni, desideri, entusiasmi di portare il loro contributo per il cambiamento. Ci vuole un mondo adulto che sappia ascoltarli e accompagnarli e costruire insieme progetti nuovi. È una meraviglia fatta anche di sacrifici vedere tanti ragazzi che hanno lasciato l’Italia perché lì non si aprivano degli spazi e delle opportunità”.
” So quanti sacrifici e fatiche fanno. Allora uno si chiede quando li incontri in giro per il mondo, perché la politica italiana è così miope che non valorizza i giovani? Questa è una società che si sta suicidando. Se una società non investe sui giovani, non investe sul proprio futuro e avvenire. E noi vediamo che sono costretti tutti ad andarsene. Prima dal Sud al Nord per studiare. Ma poi per lavorare deve andarsene, salvo qualche eccezione”.
“Questa è una vergogna perché non si investe in risorse che ci sono. Se non investiamo in tutto questo è una società che si sta suicidando, è una vergogna! Sono migliaia che emigrano. È chiaro che nasce sfiducia e depressione. Abbiamo un patrimonio meraviglioso, io li incontro in giro per l’Europa che stanno arricchendo altri Paesi e noi perdiamo questo nostro patrimonio ma possibile che non ci sia un politica che dica diamo priorità alle persone”.