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“Il signore delle formiche”: l’incontro con Gianni Amelio e Luigi Lo Cascio al Modernissimo di Napoli

"Il signore delle formiche" in visione il 19 settembre con il regista Gianni Amelio e l'attore protagonista Luigi Lo Cascio che hanno incontrato il pubblico nel cinema multisala Modernissimo di Napoli per l'uscita del nuovo film
Il signore delle formivhe gianni amelio e luigi lo cascio

Lunedì 19 settembre Gianni Amelio, regista de “La tenerezza” (2017) e “Hammamet” (2020),  ha incontrato il pubblico in sala al Modernissimo di Napoli per la presentazione del suo ultimo film “Il Signore delle formiche“,  insieme all’attore protagonista Luigi Lo Cascio – che nel film interpreta il professore Aldo Braibanti – e all’esordiente Leonardo Maltese.

La sala ha registrato il sold out in pochissimi giorni e a brevissima distanza dall’uscita ufficiale del film (8 settembre) nelle sale cinematografiche di tutta Italia.

Il film, presentato alla 79a Mostra del Cinema di Venezia, ha incontrando subito il successo di pubblico e critica: un film liberamente tratto da una storia vera, il primo processo senza capo reale di imputazione ai danni del professor Aldo Braibanti, poeta, scrittore, sceneggiatore e drammaturgo, con l’accusa di plagio, ossia di aver sottomesso intellettualmente, prima, sessualmente poi uno studente universitario di 23 anni (nel film magistralmente interpretato dal ventunenne Leonardo Maltese).

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“Il processo Braibanti è stato un atto di violenza da parte della Giustizia e da parte anche di una certa mentalità” ha commentato il regista Gianni Amelio, riprendendo il discorso elargito alla Biennale del Cinema “È pericoloso oggi che una mentalità o una ingiustizia si ripeta. E oggi si ripete in altra forma, magari non c’è un processo ma c’è qualcosa di più sommario tipo una denuncia perché due donne si stanno baciando, un’istigazione al suicidio, il bullismo imperante per cui diverso ha sempre torto”

“Il signore delle formiche”: sinossi

Il signore delle formiche gianni amelio e luigi lo cascio
Locandina “Il signore delle formiche” regia di Gianni Amelio (2022)

Roma, fine anni Sessanta.

Lo scrittore, drammaturgo e mirmecologo Aldo Braibanti viene sottoposto a un lungo processo – e conseguente condanna a nove anni di reclusione – con l’accusa di plagio per aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne.

Il ragazzo, figlio di una famiglia cattolica ultrapraticante e bigotta, nonché di chiara ideologia fascista, fa rinchiudere il giovane in un ospedale psichiatrico affinché “guarisca” da quell’influsso “diabolico”: l’omossessualità, negli anni dal secondo Dopoguerra, appare ancora un tabù impronunciabile alle orecchie della società.

Alcuni anni dopo, il reato di plagio venne cancellato dal codice penale. Ma in realtà era servito per mettere sotto accusa i “diversi” di ogni genere, i fuorilegge della norma.

Sullo sfondo, un’Italia ancorata ai valori del regime fascista che, nonostante la fine della guerra da quasi quindici anni, si annidano nella mente e nell’animo della società civile, mentre i dissidenti, i “ribelli” occupano lo spazio ai confini della città, rifugiandosi nella Torre in aperta campagna, dove il professore tiene un centro sociale e ricreativo per le Arti, dal disegno alla pittura, dal teatro alla poesia.

“Il signore delle formiche”: farsa della giustizia italiana

Il signore delle formiche gianni amelio e luigi lo cascio
Luigi Lo Cascio in una scena del film “Il signore delle formiche”, regia di Gianni Amelio (Credits fotogramma: RedDead720)

Certamente, il nome di Aldo Braibanti all’interno della storia della letteratura italiana dirà ben poco: i suoi scritti erano poco o per nulla conosciuti ed egli stesso era trattato dall’opinione pubblica come un emarginato per le idee anticonvenzionali, le stesse che gli fu imputato di aver instillato nei suoi giovani allievi.

L’intellettuale piacentino fu reso noto perché al centro di un processo – farsa che vide tra i reali protagonisti una magistratura italiana ancora saldamente agganciata ai valori e principi del Ventennio mussoliniano, primo fra tutti l’atteggiamento dichiaratamente ostile verso gli omosessuali, nel film ripetutamente indicati come “invertiti”, e una stampa volutamente cieca davanti all’evidenza dei fatti.

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Un processo senza senso per una sola semplice ragione: l’inesistenza della colpa dell’imputato. Il reato di plagio era stato, infatti, introdotto con il codice Rocco durante il regime per colpire chi decideva di non conformarsi all’ordine prestabilito. La legge venne poi abolita nel 1981 perché incostituzionale, come dichiarato dalla Corte costituzionale stessa, a seguito del grande dibattito sul tema scatenatosi dopo la condanna del Braibanti, al quale fu concesso il condono di due anni per aver militato nelle fila partigiane durante la Resistenza.

Fino al 22 settembre il film è visionabile ad un prezzo speciale: ulteriori informazioni sul sito ufficiale Multicinema Modernissimo

 

Trailer “Il signore delle formiche” (2022)

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