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Il gesto di Kim, i cori razzisti e un Napoli sempre più forte

Il Napoli vince anche a Bergamo contro l'Atalanta in uno stadio che pullula di cori razzisti contro Parthenope, mettendo tutti a tacere
Il gesto di Kim, i cori razzisti e un Napoli sempre più forte

Gli azzurri sono volati a Bergamo per la sfida di ieri contro l’Atalanta vinta dal Napoli per 2-1. Il grande assente della serata era Khvicha Kvaratskhelia, il ragazzo georgiano di 21 anni che sta incantando la Serie A. Al suo posto mister Spalletti ha schierato Elif Elmas, scelta che ha suscitato non pochi mormorii. Il macedone ha messo a zittire tutti siglando la seconda rete che ha consentito alla squadra di portarsi a sei punti dal Milan e a otto proprio dalla Dea, i cui tifosi di divino non hanno proprio niente.

Sì perché durante la partita il Gewiss Stadium ha ululato i soliti beceri cori razzisti contro Parthenope, orrendo retaggio del passato che ancora persiste con pura indifferenza da parte di chi potrebbe attuare punizioni come chiudere settori o infliggere sanzioni. Ma Napoli e il suo Napoli sono più forti. I ragazzi azzurri dimostrando sul campo gioco, supremazia, cinismo e strapotere contro i bergamaschi che hanno giocato la migliore partita del campionato. Contro gli uomini di Spalletti devi solo entrare con il sangue agli occhi, devi cacciare unghie e denti come se fosse la tua finale di Champions League. E nonostante ciò non basta.

Il Napoli ti punisce, il Napoli lava via il razzismo a suo di gol e giocate che sembrano incantesimi in cui gli avversari rimangono impelagati e nulla possono se non commetere fallo. Come il più grande di tutti toglieva gli schiaffi dalla faccia a questa città con le sue magie la compagine di quest’anno onora la memoria di Diego e fa immensamente godere i suoi tifosi. E alla fine di ogni gara il gruppo è sempre più squadra. E anche se capitano le disattenzioni, vedi il rigore concesso agli atalantini da Victor Osimhen, poi si rimedia. Lo stesso attaccante mascherato dopo soli 4 minuti agguanta il pareggio e poi serve lo splendido assist dopo un’immensa giocata per la rete del definitivo 1-2.

Il Napoli è forte, il Napoli fa paura, il Napoli sberleffa il razzismo anche con Kim Min Jae, lo schiacciasassi della difesa, che a fine gara fa il gesto universale napoletano (e italiano) con la “mano a cuoppo” alle telecamere rivolto a chi non ha la fortuna di tifare questa maglia. Perché Napoli e il Napoli sono una sola cosa.

Perché ne abbiamo adottati tanti di calciatori innamorati persi che anche dopo anni hanno ancora la N azzurra scolpita nel petto. Da Diego Armando Maradona a Lavezzi, da capitan Hamsik a Dries Ciro Mertens che ieri ha voluto festeggiare la vittoria condividendo su Instagram una storia dedicata alla vittoria contro l’Atalanta. Da Koulibaly a Stefan Schwoch che come il personaggio interpretato da Claudio Bisio in “Benvenuti al sud” ha pianto due volte: quando è arrivato e quando se n’è andato, insieme a tutta la sua famiglia.

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Napoli è così. Napoli fa paura nel bene e nel male: è un vortice che ti tira dentro di sé ma se sei capace di amarla e immergerti in lei, è capace di farti volare e ti adotta, rendendoti orgoglioso di lei e felice come un bambino, come Giovanni Simeone ogni volta che segna un gol. E a noi, lasciatemelo dire, ce ne fotte degli insulti, facendo sana ironia come quest’anno allo stadio Diego Armando Maradona quando dagli spalti cantiamo: “Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta” perché da sempre a pigliamm a pazzia’. Quest’anno è così bello che, scherzando scherzando, il sogno che tutti i napoletani hanno nel cuore magari succede…

Il gesto di Kim, i cori razzisti e un Napoli sempre più forte
Story Instagram di Dries Mertens (Foto: Instagram)

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