Cefalà Diana è un gioiellino a circa 35 km a sud di Palermo di circa 1.018 abitanti, sorge in una zona che era abitata già in epoca romana. Il nome del piccolo paesino siciliano proviene dai Diana che nel XVIII secolo divennero duchi di Cefalà fondando il villaggio di Cefalà Diana. Quest’ultimo recava già quindi l’attuale nome.
La vera perla delle Terme Arabe, dette anche Bagni di Cefalà Diana, è l’iscrizione araba in caratteri cufici presente sulle facciate: questo ha portato a ipotizzare che la costruzione risalisse all’età islamica, infatti sono chiamate comunemente “Terme Arabe“. Ma la sua datazione si fa in realtà comprendere nel periodo tra l’età romana e quella tardo-normanna.
Fino al 1990 era presente l’acqua termale scomparsa durante quell’anno. Questo ha provocato danni irreversibili alla struttura interna dell’edificio come l’insorgere di lesioni e distacchi tra i muri d’ambito e quelli delle vasche e dei gradini. La Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Palermo ha affidato al geologo Elio Senes il compito di capire la scomparsa dell’acqua e individuare il modo per alimentare di nuovo le vasche.
A questo punto si è evidenziata l’analogia tra la composizione chimica dell’acqua termale analizzata nel 1977 con quella delle acque prelevate da un pozzo del 1982 nel territorio di Villafrati ai piedi del Pizzo Chiarastella. Quindi la mancanza d’acqua termale coincide con il periodo in cui è stato usato questo pozzo.
Successivamente per non privare Villafrati d’acqua potabile e al tempo stesso non lasciare a secco il monumento è stato deciso di utilizzare le acque del pozzo del Pizzo Chiarastella per riempire artificialmente le vasche delle terme. Nel 2002 la Soprintendenza di Palermo ha deciso di avviare dei lavori per riparare le vasche e ripristinare il sistema di scarico originario.
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Castello Normanno di Cefalà Diana
La particolarità del Castello Normanno di Cefalà Diana è che venne ideato per essere una fortezza soprattutto di controllo. Trovandosi su una vetta di una montagna permetteva infatti di osservare il territorio circostante e quindi proteggere da eventuali attacchi. Dalle sue torri infatti si potevano controllare i possedimenti dei duchi Diana che ora ovviamente sono formati dai vari paesi vicini come Villafrati, Mezzojuso e Ficuzza. Non sorprende quindi che da lì in poi ai suoi piedi si potesse sviluppare un centro abitato.
I duchi di Diana vendettero poi il castello alla famiglia Ferrara, gli ultimi proprietari del castello che non erano dei nobili. Κεφαλή -ῆς (Kefalé – kefalés) vuol dire testa o monte, indica proprio il monte dove è stato costruito il castello, ed è una parola greca, e Diana è il cognome del duca che ha dato il nome al paese.
Questo duca, chiamato Niccolò Diana, ha chiesto intorno al 1600 la “Licentia Populandi” cioè il permesso di costruire un paese alle pendici del castello in modo tale da poterlo rendere abitabile e avere tutta una serie di tassazioni. Ci è riuscito e gli è stato conferito il titolo di Duca del castello.
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Le foto del Castello Normanno e delle Terme Arabe di Cefalà Diana
