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Arrivederci ad Antonio Casagrande, il ricordo in un’intervista di qualche anno fa

Poco fa si è appreso della scomparsa di Antonio Casagrande, uno dei Maestri del teatro napoletano che recitò con Eduardo De Filippo: l'intervista realizzata a casa sua
Arrivederci ad Antonio Casagrande ricordo in intervista

Antonio Casagrande è stato uno dei grandi attori del ‘900. Un uomo che fine all’ultimo ha insegnato tanto ai giovani e che qualche anno fa recitava ancora. Nel 2015 infatti andò in scena a Napoli con uno spettacolo a firma sua e di suo figlio Maurizio Casagrande, “Caffè notturno: C’è di peggio care signore“, libero adattamento di una novella di Luigi Pirandello, “L’uomo dal fiore in bocca”.

In questo spettacolo recitavano anche Tiziana De Giacomo, Ania Cecilia e la sua allieva e amica preferita Marianna Liguori, in arte Mary Colt. La giovane attrice calabrese ha ricordato su Facebook il suo mentore con parole bellissime colme di amore e rispetto per un personaggio che ha fatto scuola a Napoli e in tutta Italia.

Suo figlio, Maurizio, ha ricordato così Antonio Casagrande sui social: “E con oggi se ne va un pezzo della mia anima. Spero tanto che tu dall’alto possa sentire tutto l’amore e l’ammirazione di quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerti”.

Speriamo davvero che il Maestro possa sentire l’affetto e l’amore di quelli che lo hanno conosciuto, come noi, qualche anno fa a casa sua, in occasione di un’intervista.

L’intervista ad Antonio Casagrande già pubblicata su questo stesso giornale il 26 marzo 2020 e realizzata nel 2015

Arrivederci ad Antonio Casagrande ricordo in intervista
Antonio Casagrande e Federica Massari (Foto di Carla Di Somma)

Maestro, può farmi una considerazione sul teatro odierno?

“Il teatro è morto. Oggi non c’è più niente, solo quei cabaret in cui dicono tante “fetenzie” . Le donne poi si sono specializzate con le “purcarie”. All’epoca c’era Totò che era divertente, ha fatto metafore straordinarie senza mai dire una parolaccia. Ha spiegato cos’era la patafisica. In ‘Toto le Mokò’, fa una battuta straordinaria: ‘Qui si tollerano troppe cose: questa è una Casbah di tolleranza e, coi tempi che corrono, c’è pericolo che la chiudano’. Chi sa che cos’erano le case di tolleranza può capire questa battuta. La maggior parte della gente non sa cosa siano la patafisica e la metafisica. Invece Totò lo spiega con una semplicità unica”.

Qual è la prima commedia di Eduardo in cui ha recitato?

“‘Il sindaco del Rione Sanità’, in cui avevo il ruolo Rafiluccio Santaniello. Prima ho fatto solo comparsate e ‘Tre cazune furtunate’ di Scarpetta. In seguito ho recitato in ‘Sabato Domenica e Lunedì’, ‘Ditegli sempre di sì’, ‘Filumena Marturano’ e ‘Napoli Milionaria’”.

Com’era il rapporto di Antonio Casagrande con Eduardo De Filippo?

“Particolare. Aveva così stima in me che mi ricordo un aneddoto: una volta aveva intenzione di mettere delle musiche in un’opera teatrale e scelse la ‘Petruska’ di Stravinskij. Io, che ho un passato nel mondo della musica, montai i pezzi e lui rimase così contento che diventai direttore di scena e tecnico del suono, oltre che attore”.

È vero che Eduardo era, come dicevano, cattivo, burbero e silenzioso?

“Non è vero. Era un capocomico che doveva viaggiare con venti attori durante tournée lunghissime. Non pagava tantissimo ma pagava sempre. Inoltre Eduardo è stato sfortunato a causa delle angherie della società che non lo ha riconosciuto. Lui, Titina e Peppino erano figli di NN (figli di nessuno -ndr-) e durante il fascismo erano considerati niente. E quando, successivamente, ha avuto notorietà, aveva ragione a dire che la gente veniva a teatro per lui, era vero”.

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Ricorda una tournée all’estero particolarmente riuscita?

“Siamo stati nell’allora Stalingrado in Russia con l’opera ‘Filumena Marturano’. Abbiamo ricevuto venti minuti di applausi dal pubblico: un successo straordinario. Io, a un certo punto, mi sono staccato da Eduardo e dalla sua compagnia perché non capivo se era un complimento o meno quando mi dicevano, ‘Lei è un attore di Eduardo?’ Oppure, ‘Lei è un attore napoletano?’ Ho così poi continuato per la mia strada artistica”.

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