Domenica durante la trasmissione “Mezz’ora in più” condotta da Lucia Annunziata è avvenuto uno scempio giornalistico. La nota conduttrice del programma di Rai Tre ha posto una domanda al professor Galli, che era tra i suoi ospiti: “Abbiamo dei casi in Italia di medici non lodevoli. C’è un ospedale importante di una grande città dove 300 medici si sono dati malati, dottor Galli, ci dice qualcosa di vero e profondo su come si stanno comportando i medici? Non possiamo fare solo santini o delinquenti”.
Non ha fatto né il nome della “grande città” né quello dell’ospedale in questione ma chiunque abbia seguito le vicende di quest’ultimi giorni è a conoscenza dei fatti.
La notizia è stata diffusa da alcuni giornali in settimana e poi smentita dalla maggior parte dei media attraverso un comunicato stampa dello stesso nosocomio partenopeo. Si tratta infatti dell’ospedale Antonio Cardarelli di Napoli. Non c’era bisogno dell’intervento di nessuna “zingara” napoletana per indovinare quale fosse la città di cui parlava Lucia Annunziata.
Di seguito il comunicato del Cardarelli:
“L’Azienda Ospedaliera Antonio Cardarelli ribadisce con forza l’assoluta mancanza di qualunque fondamento di verità alla base delle notizie di servizi giornalistici che parlano di ‘falsi certificati di malattia’. Dalle verifiche effettuate, fondate su dati certificati e verificabili, i medici in malattia sono attualmente 33 dei 739 in organico. Di questi 8 sono affetti da patologie gravi e croniche o sono risultati positivi al Covid-19. Nessuna anomalia è stata riscontrata anche in merito alle certificazioni di malattia di tutto il personale, non solo medico, con tassi di assenza che sono perfettamente in linea con tutti gli altri mesi dell’anno. Al fine di tutelare l’immagine dell’Azienda ospedaliera, dei dipendenti (medici e non) che con dedizione e coraggio sono a lavoro la direzione strategica ha dato mando ai propri legali di avviare le dovute contestazioni e di agire in tutte le sedi opportune contro chi ha diffuso e diffonderà notizie non verificate e non corrispondenti a verità e nei riguardi di chi ha contribuito a determinare di fatto un allarme sociale estremamente pericoloso, ancor più nel pieno dell’attuale diffusione pandemica del virus”.
L’ospedale ha giustamente smentito la fake news e preso provvedimenti legali nei confronti di coloro che fanno falsa informazione. Il problema endemico però resta e diventa più accentuato adesso con una pandemia in corso. Un momento in cui tutti gli italiani dovrebbero essere uniti contro un nemico comune durante questa guerra invisibile al Covid 19. Invece si continua a litigare tra nord e sud Italia. Con il settentrione che vorrebbe imporsi sul meridione come se non ci fosse mai stata l’Unità d’Italia.
Prima dell’emergenza sanitaria vigeva un senso di decenza che veniva meno solo la domenica allo stadio quando cori indegni verso i napoletani venivano cantati dai tifosi di alcune squadre del nord.
Con il Coronavirus gli istinti di tutti sono esplosi e ultimamente gli attacchi al sud Italia sono aumentati.
Oltre alle parole di Lucia Annunziata, c’è stata la polemica tra l’ospite di “Mezz’ora in più” il professor Massimo Galli e il dottor Paolo Ascierto. Durante “Carta bianca”, lo specialista milanese ha censurato il collega, reo di essersi attribuito il merito di avere usato per primo il Tocilizumab, un farmaco contro l’artrite reumatoide.
In seguito “Striscia la Notizia” ha gettato fango sul dottore napoletano. L’ospedale Pascale di Napoli, dove Ascierto ricopre il ruolo di direttore del dipartimento Melanoma e Immunologia, ha già preso provvedimenti contro il programma di Canale 5.
La replica di Striscia è stata discutibile:
“In merito al servizio sul confronto tra il Dott. Paolo Ascierto e il Prof. Massimo Galli, noi di Striscia la notizia ci teniamo a precisare ulteriormente, come del resto ci sembrava già palesemente chiaro, che non era nostra intenzione entrare nel merito del curriculum e della storia professionale dei due esperti. Né, a maggior ragione, valutare i protocolli sanitari in atto per attribuire il primato della scoperta a uno o all’altro o a nessuno dei due. Il nostro servizio si è semplicemente limitato a riproporre il confronto televisivo tra i due medici, andato in onda nel programma di Bianca Berlinguer, durante il quale il dottor Ascierto non è stato in grado di controbattere in modo efficace alle affermazioni del professor Galli. Cogliamo l’occasione per ringraziare medici, infermieri, operatori sanitari e tutte le figure coinvolte per il lavoro che stanno svolgendo per aiutarci tutti”.
Nessuna scusa da parte del programma televisivo al medico partenopeo.
A questo si aggiungono le parole della giornalista Barbara Palombelli durante “Stasera Italia” in onda venerdì su Rete 4: “Il 90% dei morti è nelle regioni del nord. Cosa può esserci di diverso? Persone più ligie, che vanno tutte a lavorare”?
Un teatrino televisivo di discriminazione contro il sud Italia in giorni d’emergenza, in cui il numero dei contagiati del “Belpaese” aumenta in maniera esponenziale, ora dopo ora, e le vittime muoiono in solitudine. Ad oggi sono 4.825 secondo i dati della Protezione civile.
Tornando agli spalti di uno stadio di calcio, il 29 febbraio allo Stadio San Paolo durante il match del Napoli contro il Torino è apparso in curva uno striscione che recitava: “Nelle tragedie non c’è rivalità, uniti contro il Covid-19”. Una settimana prima in occasione di Brescia-Napoli, i tifosi lombardi avevano cantato: “Napoli Coronavirus”, coro per il quale gli stessi ultrà bresciani si sono poi scusati.
In questo contesto è attuale come non mai la frase di lontana memoria di Massimo D’Azeglio: “Abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli Italiani”. A quanto pare, non ci siamo ancora riusciti.