Le proteste delle donne di Minsk contro Aleksandr Lukashenko
Riprendono le manifestazioni e gli scontri in Bielorussia dopo l’elezione del mese scorso di Aleksandr Lukashenko. Quella della Bielorussia è una dittatura mascherata da democrazia, dove il presidente, al potere dal ’94, è stato riconfermato per il quarto mandato con l’80% dei voti. I manifestanti, soprattutto donne, scendono in piazza a Minsk al grido “libertà per i giornalisti” per chiedere le dimissioni del dittatore e nuove elezioni democratiche. Sono più di duecento le persone fermate, tra le quali Nina Baginskaja, la donna 73enne simbolo delle proteste del mese scorso. I testimoni raccontano che agenti hanno bloccato le strade e iniziato ad arrestare i cittadini. I manifestanti sfoggiano cartelli che riportano la scritta SOS in caratteri latini, chiedendo aiuto all’Europa contro il regime di Lukashenko.
LEGGI ANCHE-> Muore Ginsburg, scontro sul successore alla Corte Suprema
Proprio l’Unione Europea ha deciso di ascoltare il grido di aiuto dei cittadini di Minsk, di invitare alla riunione del Consiglio dei Ministri degli Esteri della settimana prossima l’ex candidata presidente bielorussa Svetlana Tikhanovskaja, avversaria di Lukashenko. Quest’ultimo ha detto di considerare la decisione dell’Europa una mancanza di rispetto verso i cittadini bielorussi, mentre Anatolj Glaz, portavoce del Ministero degli Esteri, la definisce un’ingerenza volta a minare la sovranità del Paese.
LEGGI ANCHE-> Stati Uniti, TikTok vietato dal 20 settembre: “Per la sicurezza nazionale”